Le maschere della tradizione e personaggi
della leggenda popolare bergamasca.
Comunemente detto "Pacì Paciana", ma in realta il suo nome era Vincenzo Pacchiana, nato verso la fine del '700 tra Grumello dè Zanchi e Poscante in contrada Bonorè nel comune di Zogno. Era un Brigante ricercato dai brigadieri Francesi, per le sue malefatte, ma era ben voluto dalla gente, perche' rubava ai ricchi per dare ai poveri.
Pacì era il simbolo della giustizia per i valligiani, e lo chiamavano : "ol padrù dèla val brembana". Moltissimi bergamaschi specialmente in valle brembana, ma anche in quasi tutto il territorio orobico, quando vedono o sentono parlare di arroganze e ingiustizia esercitate dal potere, invocano a difesa il mito del ribelle che si battè contro le prepotenze.
A Stabello si racconta che il fantasma dell’Orco discenda dalla valle Passogn a certe ore del mattino o della sera e che si metta sul ponte di confine tra Zogno e Stabello per divertirsi a veder passare i nottambuli o i troppo mattinieri sotto le sue gambe divaricate. Viene raccontato che un portatore di latte che non voleva passare sotto le sue gambe, dopo aver urtato una di queste, rotolò per una cinquantina di metri a causa di un calcio ricevuto dal fantasma stesso.
Si racconta anche che a Gandino uno stesso fantasma giocò un brutto scherzo a una ragazza che passava sotto le sue gambe tutte le mattine per recarsi a messa. L’Orco, infatti, aveva donato alla ragazza un gomitolo di lana con il quale si era fatto uno splendido vestito, ma il giorno che lo poté indossare per la prima volta, appena entrata in chiesa, godendo dentro di sé per la gelosia delle compaesane, fu colta da un grande sbalordimento e in quattro e quattr’otto si ritrovò in sottana, perché il vestito le era sparito in un soffio.
La mattina del 13 Luglio 1914 Simone Pianetti, proprietario di un mulino elettrico che macinava farina e quindi per questo additato come portatore con la sua farina di malattie e maledizioni (la farina del Diavolo), dopo una lunghissima premeditazione uccise a fucilate 7 abitanti di Camerata Cornello e San Giovanni Bianco, che vedeva come la causa dei propri fallimenti.
Sotto i suoi colpi morirono: il parroco di Camerata Cornello, il medico condotto, il segretario comunale e sua figlia, il messo comunale e una contadina. Il Sindaco si salvo' per puro miracolo.
Dopo la strage, il Pianetti si diede alla macchia sulle montagne dell'Alta Val Brembana, trovo' la complicita' di pastori e carbonai che lo sfamavano con polenta e formaggio, facendolo dormire nelle loro baite, perche' lo vedevano non come un assassino qualunque ma bensi' come un imperterrito "giustiziere".
Le autorita' dello stato per non fare del Pianetti catturandolo, un eroe dell'anarchia, ne favorirono la fuga, mentre in tutti i paesi si moltiplicarono le scritte sui muri "W PIANETTI" . si racconto' che il Pianetti emigro' in Sudamerica e torno' poi in patria per morire di vecchiaia.